Che cos’è il bullismo? Il termine bullismo deriva dal termine inglese “Bulying” e indica i comportamenti di prepotenza perpetrati da bambini e adolescenti nei confronti di loro coetanei.
E’ caratterizzato da oppressione fisica, psicologica e agiti intenzionali, che si manifestano in modo prolungato da una o più persone nei confronti di una o più vittime.
Gli atti violenti sono commessi ripetutamente e volontariamente, inoltre spesso è presente il desiderio di fare del male con evidente piacere da parte dell’aggressore.
Tra la vittima e il bullo esiste un’asimmetria nella relazione, una differenza di potere, che può essere dovuta alla forza fisica, al potere psicologico o al numero di soggetti coinvolti.
La cattiveria dei bulli
I bulli spesso sono più forti a livello fisico, possiedono una forza interiore e una sicurezza di sé apparentemente maggiore e si nutrono dalle prepotenze inflitte nei confronti di coetanei più remissivi.
Questi persecutori hanno un senso di superiorità non reale, ma compensativo.
Colmano le proprie fragilità e paure attraverso le prevaricazioni che conferiscono un senso maggiore di insicurezza nelle vittime, aumentando maggiormente l’asimmetria tra i due e dando al primo un maggior potere, anche all’interno del gruppo.
La sofferenza delle vittime del bullismo
Le vittime generalmente sono bambini che appaiono più facili da colpire: sembrano o sono diversi in qualcosa, sono stressati in ambito familiare o scolastico, hanno difficoltà a scuola, presentano qualche disabilità.
Non sono bravi in attività sportive, mancano di fiducia sociale, sono ansiosi ed insicuri, non sono in grado di difendersi, in quanto più bassi di statura, più deboli o più giovani.
Il bullismo lascia segni indelebili e può cambiare la vita della vittima, ma anche di quella del bullo.
Anche il bullo avrà ripercussioni su se stesso.
E’ importante intervenire tempestivamente e chiedere aiuto a un terapeuta. Il bullismo può essere risolto.